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Teatro Romano e Odeon

CATANIA (CT) - VIA VITTORIO EMANUELE II PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DI CATANIA E DELLA VALLE DELL'ACI

Teatro Romano e Odeon



CATANIA (CT) - VIA VITTORIO EMANUELE II

PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DI CATANIA E DELLA VALLE DELL'ACI
Teatro Romano e Odeon

http://www.poloregionalecatania.net/

Nel Teatro Greco-Romano di Catania attualmente sono percorribili il I ed il II ambulacro per l’intero emiciclo, del III ambulacro non si conserva l’ultima porzione orientale, crollata molto probabilmente a seguito delle violente scosse di terremoto del 1693. Secondo la rappresentazione di S. Ittar (1812), al III ambulacro si addossava un loggiato (porticus in summa gradazione) del quale oggi restano alcune tracce sulla parete rivolta verso la cavea. Già nei primi decenni del XX secolo il I ambulacro era visitabile, mentre della cavea era visibile solo una porzione, perchè sovrastata dalle costruzioni moderne, entrambi liberati dal Biscari (PAGNANO 2001,49)

Descrizione

A partire dalla fine dell’800 fu edificato un fabbricato ad espansione del palazzo Gravina che con le fondazioni perimetrali si innestava all’interno delle murature antiche del Teatro, interessando gli ambulacri e l’estremità orientale della cavea. L’incombere di questi setti murari sulla cavea, fino a prima degli ultimi interventi, limitavano fortemente la fruizione del II e del III ambulacro ed erano di notevole impedimento per il restauro di un tratto di volta del I ambulacro. Con la campagna di scavo intrapresa da Maria Grazia Branciforti e Giuseppe Pagano, tra il 2004 ed il 2007, in corrispondenza dell’interro che colmava il I ambulacro è stato possibile mettere in luce la sua struttura originaria che presenta delle notevoli singolarità: mentre nella sua parete interna, su cui si apre un vano quadrangolare originariamente dotato di soppalco, ha un andamento rettilineo, la parete esterna è curva. Approfondendo l’indagine, si è accertato che la parete rettilinea fu alzata su una più antica struttura di età greca in grandi blocchi isodomi di pietra calcarea (metà del IV sec. a.C.). Il sovrastante muro di età romana, in conglomerato cementizio (opus coementicium) e con paramento esterno in blocchetti lavici, fu realizzato anche con funzione di contenimento del terreno sovrastante. Nella prima fase costruttiva esso costituiva il muro perimetrale esterno del Teatro. Con le indagini compiute nel corso della campagna di scavi negli anni 2006-2007 si è proceduto con l’estensione delle escavazioni sino all’incrocio con il I ambulacro. E’ stata messa in luce anche una porzione della sua estremità orientale, nel tratto in cui la parados si immette in un ambiente di piano terra (atrio orientale) dotato di grandi aperture (versurae) che consentivano agli spettatori di uscire direttamente dalla parte bassa del monumento.

Approfondimento storico

Già rappresentato nelle iconografie del XVIII e del XIX secolo, di questo misterioso ambiente, inglobato nelle costruzioni moderne, si era persa memoria fino a quando, completate le procedure di esproprio, la Soprintendenza di Catania ne è venuta in possesso. Purtroppo questa parte di struttura, come buona parte del complesso monumentale del Teatro, è gravata da superfetazioni e nello specifico contiene gran parte del sistema delle fondazioni del cantonale ovest di palazzo Gravina, nonché ulteriori carichi soprastanti causati dai fabbricati realizzati immediatamente dopo il terremoto del 1963. A causa delle ormai precostituite consistenze statiche l’eliminazione di dette superfetazioni non sempre è stata possibile effettuarla in modo del tutto completa e radicale. Gli studiosi quindi nel corso delle loro indagini hanno cercato di individuare gli interventi necessari alla salvaguardia tanto di ciò che della superfetazione è stato conservato, che del monumento. L’acquisizione nel tempo, da parte dell’Amministrazione regionale, delle superfetazioni che nel corso dei decenni erano state elevate sulle strutture murarie del teatro, ha reso possibile eseguire consistenti opere di liberazione. Oltre che costituire una premessa indispensabile per raggiungere una maggiore conoscenza del monumento dal punto di vista costruttivo, tipologico, storico ed architettonico, le opere di liberazione, là dove sono state eseguite, hanno consentito anche la ricostituzione statico-strutturale del Teatro, di apprenderne nel dettaglio modalità costruttive, di verificarne la corrispondenza con i canoni costruttivi dell’epoca della sua costruzione.

Approfondimento tecnico

Negli anni 2006-2007 l’indagine è stata estesa dal I ambulacro al locale attiguo al I ambulacro e ad un altro ambiente a cui si accede dalla cavea del Teatro e che essa originariamente, parte del II ambulacro, risultano essere di particolare importanza perché mostrano con evidenza i segni della connessione del Teatro con le costruzioni settecentesche e successive. Il deposito Est del I ambulacro contiene gran parte del sistema fondale del cantonale Ovest di palazzo Gravina, ma anche dei muri che delimitano il corpo della scala a Nord dello stesso; un pilastro in muratura e tre archi ad esso connessi per una delle loro estremità consentono di conferire alla struttura muraria del Teatro carichi soprastanti: due archi di scarico posti in sommità dell’ambiente in questione portano sulle murature i carichi del muro di Nord del corpo scala e recapitavano quelli del muro di spina del corpo di fabbrica soprastante, oggi non più esistente. Il secondo ambiente mostra alcune caratteristiche costruttive tali da poterlo mettere in relazione con le trasformazioni settecentesche: - il livello del suo piano di calpestio è prossimo a quello del II ambulacro, la copertura deriva dall’assetto determinato dalle costruzioni realizzate in epoche successive, un arco posto tra un grosso cantonale in conci squadrati ed il muro est del II ambulacro, con funzione di scaricare sulle murature del Teatro i pesi derivanti dalla realizzazione del muro nord di palazzo Gravina. In merito alla consistenza statica e sull’alterazione di questa parte di struttura, causata dai soprastanti palazzo Gravina e le successive sopraelevazioni, realizzate immediatamente dopo il terremoto del 1963, gli studiosi ancora si interrogano, su come sia stato possibile, da parte di quanti hanno edificato, utilizzare le strutture del Teatro e degli edifici soprastanti, senza aver tenuto conto delle caratteristiche statiche delle strutture di base esistenti.

Informazioni

  • Consistenza fisica: Consistenza fisica parziale
  • Stato di conservazione: Discreto
Restauri

Anno: 1950
Iniziarono poderose operazioni di espropriazione e di demolizione delle strutture moderne e di restauro di quelle antiche, che hanno portato al recupero di gran parte degli ambulacri. Si è potuto procedere alla ricostruzione del tratto lacunoso della volta del I ambulacro, eliminando le situazioni di degrado ambientale causate dalle continue infiltrazioni delle acque meteoriche e bonificando l’intero settore con la rimozione degli impianti idrici e fognari delle abitazioni demolite. La tecnica costruttiva delle volte, che sono tutte del tipo a concrezione costituite cioè da materiali di getto, posto sulla forma data dal manto di una completa centina, il quale materiale, facendo presa, viene ad equivalere ad un vero monolite artificiale (GIOVANNONI 1925), è stata riscontrata a seguito delle operazioni di scavo, ove in corrispondenza di una porzione del I ambulacro, si è evinta l’impronta dei ritti di sostegno delle tavole orizzontali che hanno costituito le casseformi necessarie al getto della volta.

Anno: 1991
Sono state parzialmente restaurate, nuove porzioni degli ambulacri, dell’edificio scenico e degli ambienti ad esso connessi.

Anno: 2004
con il coordinamento di Maria Grazia Branciforti e Giuseppe Pagano, si è proceduto ad un impegnativo scavo dell’interro che colmava il I ambulacro per poco meno della metà della sua altezza totale. Al di sotto dei diversi depositi relativi alle numerose fasi di riuso dall’alto medioevo ai giorni nostri è stato possibile mettere in luce la struttura originaria. I lavori di demolizione e restauro eseguiti negli anni 2004-2008, che hanno interessato il piano edificato dell’ala Nord di palazzo Gravina, che oggi ospita il Museo Civico Emilio Greco ed i tre livelli superiori all’immobile attiguo, hanno messo in luce tratto del II ambulacro, oltre alle scale di collegamento tra i diversi ambulacri.

Anno: 2006
L’indagine è stata estesa sino all’incrocio con il I ambulacro.

Ente gestore

  • Tipologia ente: PARCO ARCHEOLOGICO
  • Denominazione: PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DI CATANIA E DELLA VALLE DELL'ACI
  • Direttore: D'Urso Giuseppe
  • Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 266 95100 CATANIA CT
  • Email: parco.archeo.catania@regione.sicilia.it
  • Pec: parco.archeo.catania@pec.net
  • Telefono: 0957150508
  • Sito internet: http://www.poloregionalecatania.net/

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