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Teatro Romano e Odeon

CATANIA (CT) - VIA VITTORIO EMANUELE II PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DI CATANIA E DELLA VALLE DELL'ACI

Teatro Romano e Odeon



CATANIA (CT) - VIA VITTORIO EMANUELE II

PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DI CATANIA E DELLA VALLE DELL'ACI
Teatro Romano e Odeon

http://www.poloregionalecatania.net/

E’ in corrispondenza della parete meridionale della parodos occidentale, che nel 1884 furono ritrovate le tracce dell’antico teatro greco. Le ultime ricerche effettuate confermano la funzione teatrale dell’edificio greco e lo datano al IV sec. a.C. sia per la tecnica costruttiva utilizzata, che per la tipologia di alcune lettere (KAT) incise su alcuni blocchi delle strutture ritrovate, riconducibile all’alfabeto di Mileto che a seguito della riforma dell’arconte Euclide (403-402 sec. a.C.), divenne di uso comune in tutto il bacino del Mediterraneo nel corso del IV sec. a.C.

Descrizione

Il problema dell’esistenza di un Teatro greco precedente quello di età romana, ha trovato punto di partenza con la scoperta avvenuta nel 1919, nel lato occidentale del Teatro, di un poderoso muro realizzato in opera isodoma con blocchi squadrati di calcare, recanti in alcuni casi la parola KAT resa con lettere incise sovrapposte. Nel 1929 Guido Libertini avanzò alcuni dubbi circa l’identificazione della struttura complessiva, (di un imponente muro in blocchi squadrati di calcare nel lato occidentale del teatro, sotto il II ed il III ambulacro -LIBERTINI 1929), poteva essere intesa che poteva essere intesa come elemento «di recinzione» di un più antico teatro greco, ma anche come argine per il contenimento del terreno, che ad Ovest presenta un netto salto di quota, come indicherebbe, peraltro, la giacitura dell’odeion di poco superiore al piano di calpestio del III ambulacro, oppure i due muri potevano pure riferirsi ad un preesistente edificio sulle cui rovine sarebbe stato successivamente edificato il Teatro romano (LIBERTINI 1929, pp. 15-16). Il muro, messo in relazione con un altro della stessa tipologia già individuato nel 1884 alla base della parete meridionale della parodos occidentale del Teatro da A. Salinas e da C. Sciuto Patti (SALINAS 1884, 433-434; SCIUTO PATTI 1896, 91), fu attribuito con decisione ad un teatro quadrangolare di V sec. a.C. da C. Anti. Egli diede così un riscontro architettonico alla notizia di Frontino (Stratag. II,2,6), da lui ritenuta attendibile, dell’esistenza a Catania, già alla fine del V secolo, di un teatro greco dal quale il condottiero ateniese Alcibiade nel 415 a. C. avrebbe arringato i catanesi per indurli ad una alleanza contro la nemica Siracusa. Questo edificio costituirebbe una delle molte soluzioni adottate dai Greci prima di giungere alla struttura teatrale canonica (ANTI 1947, 125-129). Il recente rinvenimento di altre due strutture databili per la tecnica costruttiva utilizzata al IV sec. a.C. e la loro relazione con quelle scoperte nel 1884 e nel 1919 hanno avvalorato l’ipotesi dell’esistenza a Catania di un Teatro di età greca sul cui nella prima età imperiale romana sarà realizzato il nuovo Teatro. La prima delle due strutture è stata rinvenuta nell’atrio orientale. L’andamento rettilineo della parete interna dell’atrio deriva dalla riutilizzazione in età romana di questo muro di età greca che risulta parallelo a quello individuato nel 1919 al di sotto del tratto occidentale del II e del III ambulacro. Lo scavo archeologico del 2005 -2006, eseguito nella corte interna della casa Liberti ha consentito di mettere in luce una ulteriore porzione costituita da tre filari di blocchi in calcare cui si sovrappongono altre sei assise formate da grandi blocchi in pietra lavica. Determinante per l’attribuzione di questi muri ad un Teatro greco è stato il rinvenimento della struttura in opera isodoma nella cavità del palcoscenico. Intesa come parte del logheion del Teatro greco, essa si conserva per una lunghezza complessiva di m.5,20. Purtroppo non è possibile stabilirne l’originaria larghezza dal momento che è stata posteriormente tagliata dalla fondazione della scena di età romana la cui costruzione determinò un fenomeno di schiacciamento e frattura dei grandi blocchi in calcare.

Approfondimento storico

Nel considerare come i due muri riconducano ad uno schema trapezoidale inverso, essendo divergenti verso la cavea piuttosto che verso l’orchestra, l’Anti trova un diretto confronto con gli odeia arcaici, sebbene egli stesso riconosca come le dimensioni di questi muri siano pertinenti più ad un teatro che ad un odeion. Secondo l’Anti non si è quindi in presenza di un tipico edificio teatrale arcaico, ma piuttosto di una delle molte soluzioni adottate prima di giungere alla struttura canonica. Auspica, in ogni caso, che futuri scavi possano individuare altre parti di questo che egli definisce uno degli edifici teatrali più singolari del V sec. a.C. I lavori eseguiti nella parte orientale del teatro e nel palcoscenico (2005-2008) hanno determinato il rinvenimento di altre due strutture di età greca che, messe in relazione con quelle scoperte nel 1884 e nel 1919, avvalorano l’ipotesi dell’esistenza di un teatro greco, da collocare piuttosto nel IV sec. a.C., che sarà poi modificato - o meglio riedificato - nella prima età imperiale romana. Nella porzione visibile dopo gli scavi del 2006, dal cortile delle Case Liberti si può osservare la sovrapposizione di grandi blocchi in pietra lavica sommariamente squadrati (BRANCIFORTI 2008, p. 78; Il complesso archeologico del Teatro e dell'Odeon). Nonostante questo ultimo ritrovamento, potevano considerarsi ancora ammissibili le tre diverse ipotesi formulate da G. Libertini sull’esistenza in età greca di un teatro o di un altro diverso edificio pubblico o di semplici opere di contenimento, realizzate per meglio arginare il terrazzamento superiore. Una quarta ipotesi è successivamente proposta da E. Tortorici, che propende per una identificazione delle strutture del lato occidentale con la cinta muraria di Catania post ieroniana o dionigiana. Una ulteriore scoperta nell’area della scena confermerebbe, invece, l’attribuzione dei muri greci precedentemente descritti ad un teatro, che possa inquadrarsi intorno alla metà del IV piuttosto che nell’età arcaica o classica, come postulato rispettivamente da G. Libertini e da C. Anti. Verso questa ipotesi di cronologia spingerebbe, peraltro, il modo con cui, nei blocchi del muro occidentale, sono rese le lettere KAT incise al centro di alcuni blocchi, sulla loro faccia interna e quindi non visibili a costruzione ultimata, quali contrassegni del materiale selezionato per una precisa destinazione. Tale resa presupporrebbe non solo l’avvenuta adozione dell’alfabeto milesio da parte di Atene a seguito della riforma euclidea del 403/2 a.C. (GUARDUCCI 1987, pp. 26-27), ma anche un certo lasso di tempo prima che l’uso di tale alfabeto si diffondesse in ambiente greco coloniale. Di contro, un inquadramento cronologico di questo edificio teatrale nell’età classica, che parrebbe piuttosto difficile anche considerando la tecnica impiegata nella lavorazione dei blocchi e nella realizzazione complessiva dell’opera, colliderebbe con alcune considerazioni circa le condizioni generali della città che, nel V secolo, in un periodo sostanzialmente compreso tra la conquista di Ierone (476 a.C) e la rioccupazione di Dionigi I (403 a.C.), dovette attraversare uno dei periodi più drammatici della sua storia, inconciliabile con la promozione di impegnative opere pubbliche. Il dato, che consente di identificare come “teatro” l’edificio greco cui apparterrebbero i tre muri sinora considerati, proviene dall’ultimo scavo del palcoscenico, dove le indagini archeologiche, iniziate nel 1991, erano state ripetutamente interrotte per la risalita della falda idrica, che stagionalmente allaga le parti più basse del monumento. Nell’approfondimento del 2006, dell’edificio scenico romano finalizzato al completamento degli scavi precedenti per l’acquisizione di qualche nuovo elemento utile alla datazione, nell’estremo settore orientale del palcoscenico è stata messa in luce una terza struttura greca che potrebbe essere identificata come il logheion del teatro greco.

Approfondimento tecnico

Il muro individuato sotto il II e III ambulacro, con le sue 10 assise di blocchi parallelepipedi, di cui oggi ne è visibile solo un’altezza massima di m 5 e una lunghezza di m 11, si connette ad un altro muro, con andamento est-ovest che, visibile nella parodos occidentale, con i suoi tre filari ne costituisce la parte inferiore della parete meridionale. Dello stesso muro già l’Anti ne ha dato lo spessore (m 1,50) derivante dalla lunghezza dei blocchi disposti tutti di testa e ne ha descritto la faccia principale, rivolta all’esterno, che egli dovette avere modo di vedere in qualche saggio evidentemente effettuato in quegli anni nel III ambulacro. Nella faccia interna si aggiungerebbero delle paraste, profonde m 1,50 e larghe m 0,70/0,75, costruite utilizzando diatoni uguali a quelli impiegati nel muro. Una struttura ad angolo retto determina una sorta di rinforzo nel punto di connessione al muro est-ovest, che costituisce la parte bassa della parete sud della parodos stessa. L’incrocio dei due muri sarebbe, secondo l’Anti, ad angolo ottuso. Mentre per la prima costruzione egli è certo che trattasi di un muro di analemma, per la seconda non si sente di affermarlo con certezza a causa della corrosione della faccia vista dei blocchi continuamente dilavati dalle acque sorgive che invadono le parti più basse del monumento. Nel 2006, quando venne intrapreso lo scavo all’interno dell’atrio orientale, risultò evidente la presenza di una più antica struttura, di età greca, di cui sono stati messi in luce solo tre assise di blocchi. Di questo muro, si è verificato il parallelismo con quello individuato sul lato occidentale nel 1919, e si è accertata pure la presenza nella parte alta del monumento, sotto il piano terra di Casa Liberti e nell’antistante cortile. Il muro, in opera isodoma, fu costruito con grandi blocchi di calcare (ortostati e diatoni di m 1,47 x m 0,50 x m 0,75 a giunti sfalsati), messi in opera senza l’uso di malta. I blocchi sono delle stesse dimensioni di quelli utilizzati nel muro occidentale, ma non sono tutti diatoni. Il muro fu riutilizzato in età romana solo relativamente alla porzione più meridionale, che rimaneva all’interno del nuovo perimetro divenuto più esteso del precedente per l’ampliamento della cavea e per l’aggiunta del III ambulacro; la parte esterna alla curvatura del nuovo prospetto fu probabilmente demolita a seguito del livellamento dello spazio esterno. Inoltre con le indagini svolte in corrispondenza dell’edificio scenico romano (2006), nell’estremo settore orientale del palcoscenico, è stata messa in luce una terza struttura greca, per una lunghezza complessiva di m 5,20, di muro sono stati messi in luce sei blocchi in calcare larghi m 0,75; quello posto tra il quarto ed il sesto blocco è quasi quadrato (m 1,30 x 1,40); solo di uno, spezzato in tre parti, si apprezza la lunghezza di m 1,50, mentre gli altri risultano tagliati sul retro dalla fondazione della scena romana, la cui costruzione determinò lo schiacciamento dell’intera struttura. Va messo inoltre in evidenza il diverso orientamento tra la fronte di questa struttura ed il tratto di muro greco posto alla base del lato meridionale della parodos occidentale, leggermente convergente (e non divergente come sosteneva l’Anti) verso il centro dell’orchestra. Poiché il muro del logheion risulta arretrato di m 3,45 rispetto a quello della parodos occidentale, ne deriverebbe che l’orchestra in età greca doveva presentare un prolungamento sulle tangenti passanti per il punto di massima estensione della circonferenza e quindi avere una forma leggermente a ferro di cavallo.

Informazioni

  • Consistenza fisica: Consistenza fisica parziale
  • Stato di conservazione: Discreto
  • Copertura mobile: 4G

Ente gestore

  • Tipologia ente: PARCO ARCHEOLOGICO
  • Denominazione: PARCO ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO DI CATANIA E DELLA VALLE DELL'ACI
  • Direttore: D'Urso Giuseppe
  • Indirizzo: Via Vittorio Emanuele, 266 95100 CATANIA CT
  • Email: parco.archeo.catania@regione.sicilia.it
  • Pec: parco.archeo.catania@pec.net
  • Telefono: 0957150508
  • Sito internet: http://www.poloregionalecatania.net/

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