imagealt

Area archeologica di Morgantina - Museo di Aidone

AIDONE (EN) - LARGO TORRES TRUPPIA

Area archeologica di Morgantina - Museo di Aidone



AIDONE (EN) - LARGO TORRES TRUPPIA

Area archeologica di Morgantina - Museo di Aidone

Il tesoro degli Argenti di Morgantina comprende sedici oggetti di argento. La tecnica di lavorazione degli argenti è particolarmente raffinata: erano infatti lavorati a sbalzo, cesellati ed infine sottoposti alla doratura. Probabilmente sono opera di artigiani che operavano nella opulenta Siracusa di Ierone II durante il III sec. a.C. Il complesso degli Argenti, rinvenuto dai tombaroli, finì nel mercato clandestino e, attraverso vicende rocambolesche, al Metropolitan Musem di NewYork.

Descrizione

Nove oggetti sembrano destinati al simposio: le due grandi coppe (mastoi) con i piedi a forma di maschere teatrali dove si mescolava il vino con l’acqua e aromi vari; la brocchetta (olpe) e l’attingitoio (kyathos) per servirlo; le quattro coppe, di cui tre con il medaglione sul fondo e una con decorazione a reticolo, e la tazza a due anse, per berlo. Quattro degli oggetti invece avevano certamente una funzione sacra, come testimonierebbe la presenza di dediche votive: il piatto ombelicato (Phiale mesomphalos), che serviva per versare liquidi durante i sacrifici; il piccolo altare (bomiskos), sotto il quale è incisa la dedica agli dei “ΙΕΡΑ ΘΩΝ ΘΕΩΝ” (sacri agli dei)decorato con ghirlande e bucrani, che si usava per bruciare i profumi; le pissidi, di cui una con coperchio decorato con un Amorino (Erote), e l’altra con figura femminile che regge una cornucopia, che servivano a contenere essenze ed unguenti; i due corni bovini, che furono utili al professore Bell per il riconoscimento, potrebbero far parte di un elmo da parata.Infine c’ è il medaglione con la raffigurazione di Scilla, appartenente forse ad un piatto o ad una coppa. La presenza di Scilla, il mostro marino descritto da Omero nell’ Odissea, nel fondo di una coppa per bere, è stata interpretata quasi come un avvertimento minaccioso sui rischi cui si va incontro bevendo tanto vino; la ninfa, terribile nelle sue estremità trasformate in teste di cani feroci e nei serpenti che avvolgono il suo busto che però rimane di una donna bellissima, è rappresentata mentre scaglia un macigno contro il bevitore. Tutti i pezzi presentano decorazioni vegetali e figurate, raffinate e curate nei dettagli, ottenute attraverso la lavorazione a sbalzo. (La martellatura avveniva dal retro sull’oggetto appoggiato sulla pece e i dettagli venivano realizzati a cesello). La doratura era fatta con la foglia d’ oro che si scioglieva col calore sul decoro ricoperto prima di mercurio. Sono presenti molte iscrizioni in lingua greca, ottenute per puntinatura e incisione, si tratta sopratutto di dediche votive, come quella nel bomiskos. Su almeno tre oggetti sono presenti notazioni del peso, con lettere e segni secondo un sistema ponderale tipico della Sicilia e della stessa Morgantina, (un’ulteriore elemento a supporto dell’identificazione del luogo di provenienza del Tesoro).

Approfondimento storico

Grandi storici come Polibio e Livio raccontano di preziose opere di oreficeria ed argenteria che abbelliscono le case e le mense siracusane sotto Ierone II (275-215 a.C.). Poche opere come il tesoro di Morgantina possono testimoniare la veridicità di quei racconti; i motivi stilistici ed iconografici hanno convinto gli studiosi che gli argenti di Morgantina sono appunto opera di artigiani siracusani del periodo ieroniano, della seconda metà del III sec. a.C. È interessante notare che su due oggetti del tesoro è ben visibile un monogramma che si può sciogliere in ΔΑΜ, dam[osios], identico al bollo visibile su mattoni da edifici pubblici dell’agorà: si tratta di un modo ben noto per marcare cose di proprietà pubblica, appartenenti alla polis di Morgantina. È possibile che si tratti di un servizio da banchetto in uso nel prytaneion per cerimonie ufficiali (nel prytaneion, simbolico cuore della città, sede del sacro focolare, era una sala per banchetti pubblici per cittadini benemeriti e ospiti ufficiali della città). Mentre il monogramma ΔΑΜ è ben visibile, le altre incisioni sugli argenti sono molto leggere; il nome di Eupolemos è inciso con grande fretta: più che indicare possesso, si sta forse raccontando una storia, fatti gravi avvenuti in un momento di crisi estrema. Il cittadino Eupolemos, nel momento di grave crisi per l’attacco dei Romani nel 211 a.C., sarebbe stato incaricato di salvare l’argenteria in uso nel prytaneion della città. Questa è la storia che ci raccontano gli oggetti; forse un giorno potremo leggerne un’altra.

Informazioni

  • Consistenza fisica: Consistenza fisica parziale
  • Stato di conservazione: Buono
  • Copertura mobile: 4G
  • Livello copertura mobile: 8

Area Multimedia

Informazioni

  • Indirizzo :Largo Torres Truppia, 1, 94010
  • Città :94010 - AIDONE