La parola araba mashrabiyya deriva dalla radice linguistica <š-r-b> che significa "bere". In origine indicava proprio il luogo in cui si beveva, perché collocata in freschi spazi destinati al convivio. Si trattava di uno spazio realizzato su travi a sbalzo, nel quale venivano poste a raffreddare delle piccole brocche d’acqua per mezzo dei flussi d’aria che circolavano attraverso le aperture. La parola sembra creata dall'abitudine di bere, posizionandosi all'ombra di una mashrabiyya appunto. Questo tipo di particolare paravento comparso nell’architettura egiziana nel X secolo d.C, si diffuse in tutto il mondo islamico, sino in India. La musciarabia ha un’estetica funzionale: differenziando i fori per grandezza, forma e modulo di ripetizione, è possibile infatti regolare l’aria in entrata, e la luce, tenendo conto anche dell’esposizione al sole; come se fosse un impianto di climatizzazione naturale. Il tutto rigorosamente in legno, fatte rare eccezioni, per la capacità del materiale di assorbire e rilasciare l’acqua.

La mashrabiya può avere diverse caratteristiche a seconda della funzione che si vuole conferire maggiormente. Le sue funzioni possono essere cinque, ovvero: il controllo del passaggio della luce, del flusso d’aria, della riduzione della temperatura delle correnti, dell’aumento del livello dell’umidità e dell’esigenza della privacy.